Nucleare: pubblicata la Carta Nazionale Aree Potenzialmente Idonee al Deposito (CNAPI).

rifiuti radioattivi
Nucleare: pubblicata la Carta Nazionale Aree Potenzialmente Idonee al Deposito (CNAPI).
La realizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico, permetterà di sistemare in via definitiva i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività.

Con il nulla osta del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, è stata pubblicata sul sito www.depositonazionale.it la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI).
Si tratta del progetto preliminare e tutti i documenti correlati alla realizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico, che permetterà di sistemare in via definitiva i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività.
Attualmente i rifiuti radioattivi sono stoccati in una ventina di siti provvisori, che non sono idonei ai fini dello smaltimento definitivo. Circostanza questa che comporta anche per l’Italia, una procedura di infrazione europea.
Pertanto i due Ministeri coinvolti stanno lavorando già da anni a questo progetto tanto atteso.

Proposta di Carta Nazionale delle Aree Poten​zialmente Idonee.
Elaborata da Sogin, la proposta di CNAPI è stata validata da ISIN (ex ISPRA), e successivamente dai Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente.
Le aree interessate dalla Cnapi sono il risultato di un complesso processo di selezione su scala nazionale svolto da Sogin in conformità ai criteri di localizzazione stabiliti dall’Isin e conformi alle Linee Guida IAEA (International Atomic Energy Agency).  

Con la pubblicazione della Carta si apre un periodo di consultazione pubblica, che porterà a individuare il sito dove realizzare il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico.
Attualmente sono stati individuati 67 luoghi potenzialmente idonei.
La fase di consultazione pubblica dei documenti avrà la durata di due mesi (a partire dal 5 gennaio 2021).

Come partecipare.
La documentazione oggetto di Consultazione è disponibile sul  sito http://www.depositonazionale.it/, suddivisa in due ambiti tematici:

“Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee” e “Progetto Preliminare”.
Durante questo periodo di 60 giorni, i soggetti interessati potranno inviare a Sogin osservazioni e proposte tecniche, in forma scritta e non anonima, sui documenti oggetto della consultazione pubblica.

Seminario.
Terminata la fase di consultazione pubblica, entro i 4 mesi successivi si svolgerà un seminario nazionale che vedrà la partecipazione di enti locali, associazioni di categoria, sindacati, università ed enti di ricerca. Nel corso dell’evento saranno approfonditi tutti gli aspetti, inclusi i possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione delle opere.

La Carta definitiva (CNAI).
In base alle osservazioni e alla discussione scaturita nel Seminario Nazionale, Sogin aggiornerà la Cnapi, che verrà nuovamente sottoposta a tutti i pareri ministeriali. All’esito il MISE convaliderà la versione definitiva della Carta, ovvero la Cnai, la Carta Nazionale delle Aree Idonee. La Cnai sarà il risultato dell’aggiornamento della Cnapi sulla base dei contributi emersi durante la consultazione pubblica. Sarà una procedura partecipata e trasparente, condotta coinvolgendo gli amministratori e i cittadini tutti, e al termine della quale potranno pervenire le candidature dei Comuni.

Deposito Nazionale e Parco.
Il deposito nazionale e il parco tecnologico saranno costruiti in un’area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito e 40 al Parco. Il deposito avrà una struttura a matrioska. Nel dettaglio, all’interno di 90 costruzioni in calcestruzzo armato, dette celle, verranno collocati grandi contenitori in calcestruzzo speciale, i moduli, che racchiuderanno a loro volta i contenitori metallici con all’interno i rifiuti radioattivi già condizionati.
In totale circa 78 mila metri cubi di rifiuti a bassa e media attività. Si tratta dei rifiuti provenienti dal mondo civile e in special modo da quello medico e ospedaliero, dalle sostanze radioattive usate per la diagnosi clinica, per le terapie anti tumorali, ad esempio, da tutte quelle attività di medicina nucleare che costituiscono ormai il nostro quotidiano.
Barriera protettiva.
A copertura delle celle, sarà costruita una collina multistrato,
 per uno spessore complessivo di qualche metro, allo scopo di impedire l’ingresso di acqua nel deposito, drenare le acque piovane, isolare i rifiuti dall’ambiente e migliorare l’impatto visivo della struttura.

Il Deposito Nazionale, terminata la sua capacità recettiva, verrà chiuso ed entrerà nell’esercizio di solo monitoraggio (fase di controllo istituzionale), della durata di almeno 300 anni, per poi essere rilasciato privo di vincoli di natura radiologica.

Sul sito www.depositonazionale.it,  tutte le informazioni circa la localizzazione del sito, le caratteristiche dell’opera e del tipo di rifiuti che dovrà contenere.

(fonte: Ministero dell’Ambiente)

 

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