Prevenzioni incendi per attività di ufficio.

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Prevenzioni incendi per attività di ufficio.
La Regola Tecnica Verticale V.4 del Codice di prevenzione incendi.
a cura di Inail, Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco, CNI.

La recente pubblicazione deriva dalla collaborazione tra Inail, Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e Consiglio Nazionale degli Ingegneri nell’ambito dei progetti previsti nel Piano delle attività di ricerca dell’Inail per il triennio 2022/2024.
Nella monografia viene affrontata la progettazione di un’attività adibita ad uffici, mettendo a confronto gli esiti risultanti, sia mediante il d.m. 22 febbraio 2006 (regola tecnica verticale tradizionale pre Codice) che secondo la V.4, “nuova” regola tecnica verticale del Codice stesso.
Ricordiamo che la nuova Regola tecnica V4 riguarda la categoria “Uffici”: disposizioni di prevenzione incendi riguardanti attività di ufficio con oltre 300 occupanti.
Essa include le aree destinate ad attività non strettamente riconducibili all’ufficio stesso, ma in ogni caso funzionali e compatibili con tale destinazione d’uso. Tra queste   ad esempio: pubblici esercizi per la somministrazione di alimenti e bevande, agenzie di servizi, aree commerciali di modeste superfici con quantitativi di materiali combustibili non significativi, …

Differenze tra le due regole tecniche verticali relativi agli uffici.
Mentre la precedente RTV del 2006 classificava gli uffici, in base al numero di persone presenti (in 5 tipologie diverse), la V.4 prevede, al par. V.4.2, delle nuove classificazioni in base:
– al numero di occupanti
– alla massima quota dei piani (h9
– alla destinazione d’uso delle singole aree.

Contenuti.
La monografia riporta indicazioni, di tipo normativo e pratico, per la valutazione dei rischi d’incendio nei uffici, attraverso anche un caso studio affrontato con le due metodologie applicabili, costituite dalla vecchia e dalla nuova RTV.
L’obiettivo  del ricorso al caso studio, non è quello di risolvere un problema, ma di fornire al lettore strumenti pratici volti ad affrontare le varie problematiche reali e ad inquadrare le stesse nel contesto del protocollo fornito dal Codice.

L’esempio riportato riguarda una costruzione, oggetto di lavori di ristrutturazione con parziale cambio di destinazione d’uso, realizzato con struttura in CLS armato. E’ costituita da un piano interrato e 8 piani fuori terra.
L’edificio è suddiviso in tre blocchi, tutti da destinare ad attività direzionale e uffici aperti al pubblico.
Il piano terra sarà invece destinato ad attività commerciali, con superficie suddivisa in unità immobiliari indipendenti (superficie lorda < 400 mq), aventi l’accesso della clientela direttamente dall’esterno del corpo di fabbrica, mentre il piano interrato sarà destinato ad autorimessa privata.

La progettazione antincendio del caso studio  esaminato, è stata affrontata  mediante due diverse impostazioni progettuali, tra loro alternative:
– la RTV tradizionale, d.m. 22 febbraio 2006;
– Il Codice, comprensivo RTV  V.4 di cui al d.m. 8 giugno 2016 e s.m.i..
In conclusione viene anche riportato il confronto ed il commento tra le due metodologie utilizzate.

Indice sintetico

  • Obiettivi
  • Le differenze tra l’approccio prescrittivo e quello prestazionale
  • Il Codice di prevenzione incendi
  • Attività uffici – la normativa applicabile
  • Il d.m. 22 febbraio 2006
  • La Regola Tecnica Verticale V.4
  • Caso studio: Edificio adibito ad attività direzionale e uffici.
  • Confronto tra gli esiti delle due progettazioni
  • Considerazioni a commento
  • Bibliografia

 

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