Giornata mondiale dell’acqua.
I geologi chiedono un testo unico che tuteli questa risorsa preziosa per le generazioni future.
L’acqua, fonte di vita, tra tutte le risorse del pianeta è certamente la più preziosa che abbiamo. È un bene inalienabile ma non inesauribile, da non sprecare e da salvaguardare. Il 22 marzo 2020 il Consiglio Nazionale dei Geologi ha celebrato la giornata mondiale dell’acqua. Il tema di quest’anno è stato “Natura e cambiamento climatico”. Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie è uno dei 17 obiettivi dell’Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile.
In Italia, in questi giorni di emergenza sanitaria a causa del COVID-19, le temporanee sospensioni e/o limitazioni dovute ai disservizi di una distribuzione obsoleta e molto spesso irrazionale, tendono ad evidenziare più che mai l’importanza di un bene che troppo spesso diamo per scontato.
Il sistema idrico ed i servizi igienico-sanitari sono determinanti in molti ambiti:
per lo sviluppo socio-economico, per la sicurezza alimentare, per la tutela dell’ambiente, ovvero per la salute, il benessere e la produttività di qualsiasi comunità.
Arcangelo Francesco Violo, segretario Consiglio Nazionale Geologi e coordinatore della Commissione “Risorse idriche” , dichiara che “Gli eventi meteorologici estremi, sempre più frequenti negli ultimi anni, che portano ad alluvioni e siccità, rendono l’acqua disponibile all’uomo meno abbondante, sempre più inquinata e di difficile gestione. Per tali motivi, la salvaguardia di questa indispensabile risorsa, laddove presente in abbondanza oggi, appare prioritaria e non più procrastinabile.
Aumentare l’efficienza idrica in tutti i settori ed attuare la gestione integrata delle risorse idriche a tutti i livelli sono tra le azioni strategiche prioritarie a livello nazionale, come evidenziato anche dal recente Rapporto dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASvis 2019)”.
A tal proposito ed in riferimento al nuovo percorso di revisione della normativa vigente sulle acque, intrapreso dal Parlamento Italiano, la Commissione “Risorse idriche” del CNG auspica che questo processo possa costituire l’occasione per chiarire e semplificare la suddivisione delle competenze tra i molteplici enti, oltre che per riordinare quella parte di normativa che riguarda l’uso delle acque e il rilascio delle concessioni. A tal fine è necessario abrogare le norme obsolete e armonizzandole possibilmente in un testo unico. Si ritiene, infatti, che “un testo unico sull’acqua e sul ciclo integrale che essa compie” sia cruciale per un’operativa gestione quantitativa e qualitativa delle acque come bene pubblico, da tutelare per le future generazioni.
E su questo prosegue ancora il geologo Violo:
“È necessario che la norma, per le procedure di concessione, fissi tempi certi e più brevi degli attuali, in modo da eliminare le lungaggini burocratiche e la mancanza di certezze per gli operatori. Nel settore delle acque sotterranee, la mancanza di tempi certi e ragionevoli, unitamente a una scarsa cultura dell’acqua come bene comune ha favorito il diffondersi di prelievi abusivi tramite pozzi, con conseguenti danni economici per il mancato introito dei canoni ma soprattutto ambientali per opere costruite nel sottosuolo senza un’adeguata valutazione e direzione geologica, oltre che una distorsione del mercato a favore delle ditte meno qualificate. La nuova norma deve favorire la conoscenza delle risorse, il loro monitoraggio e il loro corretto sfruttamento e utilizzo”.
(fonte: CNG)