Lo stato di rischio del territorio italiano, nel Rapporto Ance-Cresme.

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Secondo Rapporto Ance-Cresme sullo stato di rischio del territorio italiano.
Analisi dei rischi e dei costi legati ai terremoti e al dissesto idrogeologico.

A distanza di dieci anni, ANCE e CRESME hanno elaborato il secondo Rapporto sullo stato di rischio del territorio italiano.
Questa azione di monitoraggio si è resa necessaria per poter intervenire in modo tempestivo sulle aree a rischio.

Dallo studio illustrato dal direttore del Cresme, Lorenzo Bellicini, è emerso che dal 2010 la spesa per i danni da alluvioni e dissesto idrogeologico è triplicata raggiungendo 3,3 miliardi l’anno.
A questa si aggiungono 3 miliardi di euro annui di danni derivanti da eventi sismici.

Nel dettaglio il Rapporto analizza vari fattori di rischio nel nostro paese:

1) Il sistema insediativo: dove si distribuisce la popolazione, quanto suolo consuma e come lo fa.
2) Impatto del cambiamento climatico sugli insediamenti urbani. Cosa sta succedendo e cosa succederà.
3) La gestione del ciclo idrico: siccità e bombe d’acqua nel contesto nazionale.
4) Il rischio sismico.
5) La pianificazione urbanistica e territoriale per la transizione ecologica.

Il monitoraggio delle situazioni di rischio, diversificate tra rischio idrogeologico, sismico, consumo di suolo,…. tiene conto anche dei periodici rapporti Ispra.

Per quanto riguarda i fondi disponibili, risulta che negli ultimi 20 anni l’Italia è il maggior beneficiario del Fondo di solidarietà dell’UE, con oltre 3 miliardi di euro ricevuti, pari a circa il 37% dell’importo totale erogato a 28 Paesi europei (8,2 mld).

Resta tuttavia un dato negativo sui fondi del PNRR per la prevenzione del dissesto idrogeologico. Dopo la revisione infatti tali risorse sono diminuite: da 2,5 miliardi a 1,53 miliardi (di cui 1,2 destinati alle recenti alluvioni in Emilia, Toscana e Marche).

Dal 1999 sono stati finanziati oltre 25.000 interventi per 17,2 miliardi. Di questi però solo il 32% sono stati ultimati, l’11% sono in esecuzione e per ben il 38% non vi sono dati disponibili.

A conclusione della presentazione del Rapporto, le parti hanno condiviso l’idea che serve:
– Intervenire sulla governance riportando ad un unico soggetto a livello centrale, il coordinamento delle varie istituzioni coinvolte
Velocizzare al massimo il passaggio dalle risorse ai cantieri
– Prevedere un sistema informativo unico attraverso il quale gli enti coinvolti possano avere informazioni precise sulle scadenze e sulle modalità di accesso ai finanziamenti.

Di seguito il rapporto completo

LO STATO DI RISCHIO DEL TERRITORIO ITALIANO NEL 2023
Rapporto realizzato da CRESME Spa per ANCE

 

 

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