Crollo nel cantiere di Firenze: il parere del CNI.

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Incidente nel cantiere di Firenze.
Il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri interviene sulle possibili cause della tragedia del cantiere Esselunga.


Lo scorso 16 febbraio si è verificato un grave incidente al cantiere Esselunga di via Mariti a Firenze.
Il cedimento di una trave di cemento lunga 20 metri, ha provocato svariate vittime tra morti, feriti e dispersi, tutti operai appartenenti a ditte diverse.
Su questa vicenda è prontamente intervenuto il Consiglio Nazionale Ingegneri, che, prima ancora di conoscere le dinamiche dell’incidente, ha ribadito “l’importanza vitale della sicurezza nei luoghi di lavoro”, sottolineando che “la prevenzione degli infortuni deve essere una priorità assoluta in ogni fase della progettazione, costruzione e gestione dei cantieri.” Ed ancora “Ogni incidente è una dolorosa chiamata all’azione per rivedere e migliorare i nostri standard di sicurezza”.

Oggi, a distanza di qualche giorno, il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri interviene sulle possibili cause della tragedia del cantiere Esselunga. Tra queste, viene individuata nel “subappalto a catena”, un ostacolo all’attuazione del piano sicurezza.

Di seguito la dichiarazione completa del Presidente Angelo Domenico Perrini.

“Una delle concause di tragedie come quella di Firenze può essere individuata nell’uso eccessivo del subappalto. Questo perché avere più imprese che lavorano su un cantiere rende più complicata la gestione delle interferenze, ossia la presenza contemporanea nello stesso luogo di più lavoratori che svolgono attività diverse, ed aumenta il rischio di incidenti. Se, invece, c’è un’unica impresa o imprese originariamente conosciute a gestire il cantiere diventa più semplice attuare il piano di sicurezza”.

“Naturalmente – ha aggiunto Perrini – va chiarito che non ci si riferisce al subappalto in generale ma al cosiddetto subappalto a catena per cui l’ultimo subappaltatore è costretto a lavorare a condizioni economiche molto basse e con tempi strettissimi e spesso non ha la possibilità di verificare adeguatamente il piano di sicurezza e le modalità di intervento. Per ridurre i rischi è necessario che ci sia una buona organizzazione della sicurezza sul luogo di lavoro: ognuno deve sapere come e quando intervenire al fine di limitare i rischi. Se limitassimo il ricorso al subappalto certamente la gestione della sicurezza diventerebbe più semplice”.

Ricordiamo che, secondo i dati Eurostat, l’Italia negli ultimi anni ha una media complessiva di 2,6 incidenti mortali sul lavoro per 100mila lavoratori, contro lo 0,84 della Germania, 1,9 della Spagna, 2,8 dell’Austria, 0,33 dell’Olanda, per citare i paesi con una struttura economico-produttiva simile a quella italiana. Solo la Francia, tra i Paesi a noi più vicini, registra valori più elevati dei nostri: 3,3 incidenti mortali ogni 100mila lavoratori.
Di fronte a queste cifre, cosa si può fare in concreto per salvaguardare la vita dei lavoratori? 
“Naturalmente sono molto importanti i controlli – ha detto Perrini – che vanno senz’altro rafforzati. Detto questo, più che immaginare sanzioni sempre più dure sarebbe opportuno introdurre dei meccanismi di premialità per tutte le imprese che rispettano le regole. Poi occorre lavorare sempre più intensamente sulla formazione. Bisogna far capire ai cittadini, fin dalle scuole primarie, quanto sia importante il rispetto delle norme di sicurezza. Come Consiglio Nazionale degli Ingegneri stiamo lavorando su un importante progetto sulla sicurezza a partire dai banchi di scuola per far capire agli studenti che il rischio esiste ed occorre fare di tutto per minimizzarlo. La nostra iniziativa sta riscuotendo un grande successo di partecipazione da parte delle scuole italiane. Un segnale che consideriamo molto incoraggiante”.

(fonte: CNI)