4 luglio 1904: nasce la geotermia.
Nella piccola frazione di Larderello in Toscana, per la prima volta Piero Ginori Conti usò il calore della Terra per accendere cinque lampadine e generare elettricità.
Ci troviamo a Larderello, una piccola frazione del comune di Pomarance (Pisa). Ubicata al centro della “Valle del Diavolo”, così chiamata per la presenza dei soffioni boraciferi dove fu scoperto il borotalco.
Infatti nel 1827, l’ingegnere François Jacques de Larderel, imprenditore di origine francese, migliorò la tecnica di estrazione dell’acido borico, già praticata verso la fine del ‘700, inizialmente usando il legname dei boschi, poi lo stesso calore dei soffioni.
Le attività di Larderel costituirono una svolta tecnologica ed economica che ridusse i costi e aumentò la produttività. E da allora, in suo onore, il piccolo villaggio di Montecerboli venne così ribattezzato Larderello.
Ma la vera svolta si ebbe con il nuovo direttore dell’impianto Piero Ginori Conti, che trasformò la risorsa geotermica da fonte industriale a risorsa energetica.
Nel 1904, nell’impianto di Larderello, Piero Ginori Conti usò il calore della Terra per accendere cinque lampadine e generare elettricità, per la prima volta al mondo: nasce così l’energia geotermica.
Sempre a Larderello, nel 1913, sorse la prima centrale geotermica al mondo (e l’unica fino al 1958): fra i suoi primi utilizzi c’era l’alimentazione elettrica della fabbrica di tessuti della famiglia Lardarel. Solo più di 40 anni dopo sorgeranno impianti simili nel mondo.
Con la sua potenza di 2.750 kilowatt, la centrale produceva energia sufficiente ad alimentare non solo la piccola frazione, ma anche i territori circostanti.
Oggi, Larderello continua a essere un punto di riferimento globale per la geotermia. Produce circa il 10% dell’energia geotermica mondiale, e l’Italia è il terzo paese al mondo per produzione elettrica da questa fonte, dopo Stati Uniti e Filippine.
Nel 1962 infatti, Enel ha ereditato i siti geotermici toscani, e da allora ne ha ampliato la produzione, vantando 34 centrali geotermiche, distribuite in Toscana.
Da visitare nella piccola cittadina, anche il Museo della geotermia , ospitato nel palazzo del Conte De Larderel, che racconta la suggestiva storia di questa risorsa naturale.
La valle del Diavolo.
L’area geografica della Val di Cecina, cuore delle Colline Metallifere, che ricopre una superficie di circa 200 km², è caratterizzata da una forte anomalia termica. Tale anomalia è causata dalla presenza di un corpo magmatico in profondità sovrastato da una copertura impermeabile che trattiene i fluidi caldi.
Le numerose spaccature del terreno, sia naturali che artificiali, i c.d. soffioni boraciferi, emettono vapore a temperature comprese tra i 130 e i 160 °C.
Questo scenario particolare ha reso famoso il paesaggio sin dal lontano Medioevo. Secondo alcuni studiosi infatti, qui avrebbe trovato ispirazione Dante Alighieri nella descrizione dell’inferno della Divina Commedia. Nacque da qui, il soprannome di “Valle del Diavolo”.