
Rifiuti radioattivi.
ISIN pubblica l’Inventario nazionale aggiornato al dicembre 2024.
ISIN – Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione – ha pubblicato l’Inventario dei rifiuti radioattivi aggiornato al dicembre 2024.
Da una sommaria sintesi, risulta che nel 2024, il volume è in crescita del 3,38% rispetto al 2023. In calo invece l’attività totale.
Il Lazio si conferma la regione che detiene il volume maggiore di rifiuti radioattivi; la regione in cui si registra l’attività totale maggiore è il Piemonte.
Come già avviene da due anni, i dati raccolti nel Report derivano dalle informazioni che tutti gli operatori che hanno la responsabilità primaria della detenzione e gestione in sicurezza dei rifiuti stessi, sono tenuti a trasmettere all’ISIN tramite il Sistema Tracciabilità Rifiuti Materiali e Sorgenti (STRIMS).
L’inventario viene presentato attraverso schede descrittive degli impianti nel territorio italiano che al momento detengono:
- rifiuti radioattivi,
- combustibile esaurito,
- sorgenti dismesse,
- materie nucleari.
Le schede di dettaglio per singolo impianto, riportano la situazione relativa a:
– rifiuti radioattivi giacenti, distinti tra quelli condizionati e quelli non condizionati;
– sorgenti sigillate dismesse;
– combustibile esaurito;
– stime dei materiali che saranno prodotti dalle attività di smantellamento.
Ciascuna scheda fornisce anche una breve descrizione delle principali operazioni svolte, in corso o programmate presso il relativo impianto.
Un capitolo separato contiene l’inventario di materiali e rifiuti radioattivi derivanti dalle attività di bonifica di siti contaminati accidentalmente come, ad esempio, fonderie in cui sono stati trattati materiali metallici radioattivi o sorgenti orfane.
Il report ha l’obiettivo di monitorare l’esposizione della popolazione italiana alle radiazioni ionizzanti derivanti dalle attività nucleari e dalla presenza di radioattività nell’ambiente.
La pubblicazione è scaricabile di seguito.
INVENTARIO NAZIONALE DEI RIFIUTI RADIOATTIVI (al dicembre 2024)
(fonte: ISIN)