Codice dei Contratti – le criticità sollevate dagli Architetti.

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Codice dei contratti.
Il Consiglio Nazionale Architetti solleva criticità per il raggiungimento degli obiettivi del PNRR e la qualità delle Opere.

Lo scorso 28 marzo Consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo Codice degli appalti, rivisto e integrato alla luce delle osservazioni delle commissioni parlamentari
Molte le osservazioni che sono state sollevate da più parti. Tra questi il Consiglio Nazionale degli Architetti PPC, che si è espresso soprattutto sul raggiungimento degli obiettivi del PNRR e sulla qualità delle Opere.

Di seguito le dichiarazioni del presidente Francesco Miceli.

“Il nuovo Codice dei contratti non è in grado di consentire il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr. Sottovalutando il concorso di progettazione e compiendo, in questo modo, un passo indietro rispetto alla normativa precedente, si preclude la possibilità di realizzare opere pubbliche di qualità. Le criticità, sollevate dal mondo delle professioni tecniche, riguardo a pianificazione, programmazione e progettazione ci allontanano dal raggiungimento degli obiettivi posti dall’Europa. Rispetto, poi, al suo impianto generale stride la mancata coerenza tra i principi espressi nella prima parte del Codice – sicuramente condivisibili – ed i contenuti degli articoli successivi”.

“Forte elemento di criticità è rappresentato, poi, dalla possibilità di un utilizzo estensivo dell’appalto integrato, il cui ricorso andrebbe indicato esclusivamente per progetti in cui sia prevalente l’aspetto tecnologico dove, sul fronte dell’innovazione, il contributo dell’impresa può essere utile, altrimenti, sacrificando la progettazione, si sacrifica la qualità dell’opera. Eppure bastava far riferimento alle passate esperienze per verificare come l’appalto integrato abbia prodotto, nella gran parte dei casi, enormi conteziosi tra imprese e stazioni appaltanti, opere incompiute e risultati del tutto deludenti”.

“Grave, poi – continua Miceli – l’assenza di riferimenti alle modalità di calcolo dei corrispettivi relativi alla progettazione (Decreto Parametri ed Equo compenso) e la conservazione, seppur in forma diversa, della possibilità di accettare prestazioni gratuite”.

“E’ chiaro – conclude il Presidente degli Architetti PPC – che questo nuovo Codice risente del mancato recepimento di proposte avanzate dai professionisti che quotidianamente operano sul campo. Ascoltarli avrebbe sicuramente suggerito, tra l’altro, che i risultati non si misurano solo sulla quantità, ma sulla qualità delle Opere pubbliche: purtroppo, non sarà così.”

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