Consumo di suolo_ Rapporto Ispra 2023.

rapporto consumo di suolo

CONSUMO DEL SUOLO IN ITALIA.
Aumenta del 10% il suolo consumato. Città più calde e meno impermeabili.

Lo scorso 25 ottobre ISPRA ha presentato il consueto Rapporto annuale “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”.
Il volume, insieme alla cartografia satellitare di tutto il territorio e alle banche dati disponibili per ogni comune italiano, fornisce il quadro aggiornato dei processi di trasformazione della copertura del suolo a livello nazionale, comunale e provinciale.

L’edizione 2023 del Rapporto, fa purtroppo registrare ancora un peggioramento dei dati relativi al consumo di suolo nel nostro Paese. Infatti, rispetto ai dati dell’anno precedente, il dato aumenta ulteriormente di un 10%, avanzando, in soli dodici mesi, di altri 77 kmq.

Le principali cause.
Tra i fattori che maggiormente incidono sull’aumento del consumo di suolo, vi è sicuramente l’aspetto climatico.
Le città diventano sempre più calde: nei principali centri urbani italiani, la temperatura cresce all’aumentare della densità delle coperture artificiali, raggiungendo nei giorni più caldi valori compresi tra 43 e 46 °C nelle aree più sature e seguendo andamenti diversi a seconda delle caratteristiche del territorio circostante. In media, la differenza di temperatura del suolo nelle aree urbane di pianura rispetto al resto del territorio è di 4°C d’estate con massime di 6°C a Firenze e di oltre 8°C a Milano.

Il consumo di suolo incide anche sull’esposizione della popolazione al rischio idrogeologico. Oltre 900 – in un solo anno – gli ettari di territorio nazionale reso impermeabile nelle aree a pericolosità idraulica media, e provoca la costante diminuzione della disponibilità di aree agricole eliminando in 12 mesi altri 4.500 ettari, il 63% del consumo di suolo nazionale.

Tutto ciò si traduce anche in costi cosiddetti nascosti dovuti alla perdita di suolo e che si possono quantificare il circa 9 miliardi l’anno.

Ulteriore conseguenza del fenomeno (crescente) è anche la trasformazione del territorio nazionale. Al 2022 la copertura artificiale si estende per oltre 21.500 kmq, il 7,14% del suolo italiano.
Tali cambiamenti dell’ultimo anno si concentrano soprattutto nella pianura Padana, nella parte lombarda e veneta e lungo la direttrice della via Emilia, tutta la costa adriatica, in particolare in alcuni tratti del litorale romagnolo, marchigiano e pugliese.
La perdita di suolo e di tutti i servizi ecosistemici che fornisce, compresa la capacità di assorbire l’acqua, continua inarrestabile. Infatti il 13% del consumo di suolo totale (circa 900 ettari) ricade nelle aree a pericolosità idraulica media, dove il 9,3% di territorio è ormai impermeabilizzato, un valore sensibilmente superiore alla media nazionale.

Considerando il consumo di suolo totale dell’ultimo anno, più del 35% (oltre 2.500 ettari) si trova poi in aree a pericolosità sismica alta o molta alta.

Infine, il 7,5% (quasi 530 ettari) è nelle aree a pericolosità da frana.

Tra i Comuni virtuosi, spiccano Ercolano (NA), Montale (PT) e San Martino Siccomario (PV).

Ulteriori cause responsabili del consumo di suolo, infine, sono:
La logistica e la grande distribuzione organizzata
Le grandi infrastrutture
Gli edifici, piazzali, parcheggi e altre aree pavimentate
Gli impianti fotovoltaici. Per l’installazione a terra di tali impianti, si sono resi necessari quasi 500 ettari di terreno, di cui più della metà rientrano nella classificazione europea di consumo di suolo.

Di seguito la Sintesi del Rapporto ISPRA-SNPA 2023.

 

Sintesi “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Ed. 2022”.

 

Il Rapporto completo e le schede dettagliate delle regioni, province e comuni, sono disponibili on line all’indirizzo www.isprambiente.gov.it

 

 

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