Rigenerazione urbana: quartieri ERP a Milano.

 

milano riqualificazione ERP

La rigenerazione dei quartieri ERP a Milano nel contesto  del piano di governo del territorio.
Una proposta per ridisegnare il futuro degli ambiti di edilizia popolare nelle città italiane in un’ottica di rigenerazione urbana e sociale.

La manifestazione Urbanpromo, organizzata dall’Istituto Nazionale di Urbanistica e da Urbit, ha come tema centrale quello della rigenerazione urbana. Abbiamo selezionato, dalla gallery dei progetti, una proposta di intervento nei quartieri di edilizia residenziale pubblica a Milano.

Contesto.
I temi della riqualificazione e della rigenerazione urbana sono da tempo al centro del dibattito pubblico in tutta Europa  e anche a Milano, sull’onda di un dinamismo che sta trasformando profondamente il volto della città.

La “Relazione Generale: Milano 2030 – Visione, Costruzione, Strategie, Spazi” del nuovo PGT di Milano indica la “densificazione selettiva” quale strumento per “valorizzare le sue [di Milano] identità a partire dalle specificità ambientali, economiche e sociali”. Si legge infatti che “La Milano del futuro vuole rigenerarsi per crescere in maniera consapevole, nel segno della qualità urbana e territoriale costruita attorno a comunità coese, servizi alla persona diffusi ed efficienti, spazi pubblici riconosciuti, sicuri e fruibili, servizi di mobilità che garantiscano l’accessibilità a tutti quartieri.”
In quest’ottica, densificare acquisisce l’accezione di una strategia migliorativa che, attraverso un’attenta riqualificazione, vuole dar vita ad una nuova visione urbana e sociale.
Densificare significa innanzitutto risparmiare sul consumo di suolo; ricavare nuovi spazi per aree verdi comuni; creare servizi e infrastrutture al quartiere e migliorare il mix funzionale. Densificare significa migliorare le condizioni di vita delle persone, in maniera sostenibile e attenta. Il risultato a cui tendere, per Milano e non solo, è la creazione di un modello di “città policentrica”, formata da distretti autosufficienti e ben collegati tra loro.

Al centro della proposta, che punta a definire un vero proprio modus operandi per la rigenerazione urbana, ci sono 7 ambiti/quartieri di edilizia popolare, nel Comune di Milano, individuati sulla base di caratteristiche e necessità di intervento simili:
1. Vialba e Quarto Oggiaro
2. Comasina
3. San Siro
4. Giambellino, Lorenteggio, Inganni
5. Sant’Ambrogio
6. Stadera
7. Corvetto
Questi quartieri richiedono oggi cospicui interventi di riqualificazione strutturale e presentano difficoltà sociali dovute alla carenza di servizi, spazi verdi e centri di aggregazione, in un contesto di forte marginalità. Allo stesso tempo, però, si tratta di aree già interessate da numerosi collegamenti infrastrutturali con il resto della città, e per questo presentano un forte potenziale di sviluppo.
Come funzionerebbe, nel concreto, l’avvio di un piano di rigenerazione così radicale?
Viene delineato un processo step by step basato sulla partnership tra amministrazione comunale ed operatori privati.
L’Amministrazione sviluppa il piano strategico
e seleziona, attraverso una procedura di evidenza pubblica, gli operatori privati.
Gli operatori privati, a
loro volta, sviluppano gli ambiti individuati.
Infine, il privato compensa il soggetto pubblico in seguito alla cessione delle aree, attraverso lo sviluppo di nuovi immobili per il pubblico e la riqualificazione dello spazio pubblico limitrofo all’intervento.

riqualificazione san siro

Come caso di studio è stata fatta un’ipotesi pilota di densificazione del quadrilatero intorno a Piazzale Selinunte, nel quartiere San Siro, un complesso di edilizia popolare costruito tra il 1935 e il 1947.
Attraverso tre fasi di intervento, a partire dal polo di piazzale Segesta –dove si trova la fermata della M5 – si propone di trasformare radicalmente l’aspetto del quadrilatero: non più una serie di edifici bassi disposti a “filare”, ma più nuclei ad alta densità disposti attorno ad aree verdi comuni. Secondo l’ipotesi, in questo modo è possibile triplicare la superficie costruita, diminuendo allo stesso tempo del 16% la superficie coperta e decuplicando il verde fruibile.

Un piano ambizioso, che dimostra la possibilità di far correre sullo stesso piano rigenerazione urbana, sociale e ambientale, lasciandosi alle spalle modelli insediativi ormai superati.

Soggetto promotore: Progetto CMR – Massimo Roy architects e ing. Gianni Verga

 

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